Questa storia ci porterà al Politecnico ETH di Zurigo, in Svizzera, una delle università più importanti del mondo. Un luogo in cui lo sviluppo di soluzioni innovative, la promozione di nuove invenzioni e la realizzazione di ricerche all’avanguardia fanno parte delle attività quotidiane. Un compito possibile solo grazie all’uso degli strumenti adatti – come una stampante 3D Original Prusa. 😉
Le nostre stampanti 3D vengono utilizzate regolarmente al Dipartimento di Architettura dell’ETH. Jonathan Benhamu, fondatore dello HYTAC (Hybrid Techniques for Architecture Design) e professore presso la cattedra del professor Andrea Deplazes, insegna ai suoi studenti le capacità delle moderne tecnologie di modellazione ibrida e come sfruttarle al meglio in un flusso di lavoro di progettazione architettonica. Ogni studente di architettura al ETH ha la possibilità di partecipare al corso HYTAC Basics, che va di pari passo con le lezioni dello studio di progettazione del professor Andrea Deplazes. Il corso HYTAC Basics si svolge durante il primo anno del corso di laurea in architettura. Gli studenti che desiderano approfondire il loro interesse per la costruzione di modelli ibridi troveranno l’opportunità perfetta nei corsi aggiuntivi di HYTAC: Il volo con il drone, il lavoro con i dati fotogrammetrici e l’elaborazione delle nuvole di punti sono solo alcune delle esperienze che gli studenti possono intraprendere.
“Utilizziamo la stampa 3D come strumento di prototipazione o come strumento di lavorazione per progettare edifici in architettura. E stampiamo di tutto, dai modelli interi ai dettagli della costruzione”, dice Jonathan, che ha iniziato la sua settimana di seminari proprio in concomitanza con la nostra visita.
Gli studenti hanno il loro primo incontro con le stampanti Original Prusa fin da subito. Tutto ha inizio con una sfida pratica: ogni studente deve assemblare la propria stampante 3D da zero, utilizzando il Kit Original Prusa MK3S+ kit.
“I nostri studenti montano le loro stampanti 3D per capire meglio cosa succede a livello meccanico. Meglio capiscono il processo, più riescono a ottenere il meglio da queste macchine”, spiega Jonathan.
Al corso, sono presenti oltre 300 studenti, divisi in gruppi, ognuno dei quali ha il compito di svolgere un esercizio specifico. Assemblare una stampante 3D, preparare un modello 3D da stampare o elaborare un nuovo progetto in un software CAD, è sicuramente un’esperienza nuova per tutti. Sono tutti di buon umore e desiderosi di portare a termine il compito assegnato, per poter finalmente iniziare la loro prima stampa 3D: un’atmosfera fantastica.
“Siamo entusiasti di vedere le stampanti 3D finalmente funzionanti e di stampare tutti i modelli che abbiamo progettato. Poterli muovere, guardarli da tutte le angolazioni…” racconta Berith Schumann, uno dei nuovi arrivati quest’anno.
Per molti studenti questa è la prima volta che utilizzano o vedono la tecnologia di stampa 3D. Un nuovo tipo di tecnologia, che suscita sicuramente molta curiosità e voglia di sperimentare.
“Sì, per la prima volta”, ammette Berith, aggiungendo: “Ed è per questo che ho voluto montarne una io e vedere come funzionano gli assi X, Y e Z”.
Tuttavia, la sfida non si conclude con il corretto montaggio. Durante il resto della settimana, gli studenti imparano a progettare, fare lo slicing e stampare da soli i modelli 3D. Passo dopo passo, vedono i loro progetti personali prendere vita e diventare modelli reali. E per finire, tutto culmina in una grande mostra. Dopo che il professor Andrea Deplazes ha aperto la mostra con un discorso ispiratore, professori, studenti e genitori hanno avuto la possibilità di dare un’occhiata agli impressionanti risultati di questa settimana di duro lavoro. Gli studenti sono molto fieri di ciò che sono riusciti a realizzare.
“Uno dei motivi per cui ho iniziato a studiare architettura qui è che sono venuto al vernissage dell’anno scorso”, rivela Jonas Jost, studente del primo anno. “Ho visto tutti questi modelli, che ho trovato davvero interessanti, e mi sono chiesto come fossero stati realizzati in una sola settimana. Ed è stato grazie alla stampa 3D”.
“È la prima volta che uso una stampante 3D”, ci racconta lo studente del primo anno Paul Jaeggi. “Grazie al lavoro degli assistenti didattici, è stato molto facile iniziare. Tenere in mano qualcosa che hai progettato tu stesso è una sensazione sempre diversa. È molto gratificante”.
Quasi 100 stampanti 3D Original Prusa
La realizzazione di questo progetto didattico ad alta intensità in termini di risorse è stata possibile solo grazie al grande sostegno che l’HYTAC ha ricevuto dal professor Fabio Gramazio (cattedra di architettura e fabbricazione digitale) e dal professor Andrea Deplazes (cattedra di architettura e costruzione). Con il sostegno di queste due cattedre, Jonathan ha avviato la sua attività di insegnamento al Politecnico di Zurigo nel 2017, riscuotendo un grande successo.
Oggi HYTAC ha quasi 100 stampanti in uso, tutte Original Prusa. L’idea di coinvolgere gli studenti nel processo di assemblaggio e manutenzione è nata inizialmente per necessità:
“Avevamo i mezzi per procurarci un numero sufficiente di stampanti 3D, ma non altrettanti per la manodopera necessaria alla loro manutenzione. Così abbiamo deciso di coinvolgere i nostri studenti”, ci spiega Jonathan.
Jonathan aggiunge: “Alla fine, ogni stampante 3D che abbiamo è stata assemblata dai nostri studenti, quindi comporta il valore aggiunto di una conoscenza del funzionamento e della capacità di ripararla da soli”.
Ogni anno HYTAC vende agli studenti 20 stampanti a prezzo ridotto e le sostituisce con 20 nuove di zecca: questo permette di mantenere sempre aggiornato il laboratorio di stampa 3D.
Il laboratorio 3D è situato sul tetto dell’edificio che ospita il dipartimento di architettura. È stato allestito in collaborazione con la cattedra del professor Andrea Deplazes all’interno di un container high-tech appositamente sviluppato. È semplicemente ipnotico stare in mezzo al laboratorio e ammirare tutte le stampanti che fanno il loro lavoro. Ma la parte migliore è sicuramente quando gli studenti vengono a ritirare le loro creazioni dal piano di stampa: Sono la dimostrazione che non c’è niente di meglio che vedere la propria creazione dopo una stampa riuscita. 🙂
“Il primo laboratorio di stampa 3D era un semplice container, con problemi di surriscaldamento e una qualità dell’aria non ottimale. Quello nuovo è molto meglio”, ci rivela William Schaeppi, assistente alla didattica responsabile delle stampanti 3D, prima di iniziare un tour e mostrarci il laboratorio.
Tutte le stampanti 3D sono sistemate in una stanza a temperatura controllata e ben ventilata, custodite in modo sicuro dietro porte di vetro. Le misure di sicurezza antincendio, ventilazione e filtraggio dell’aria sono fondamentali per gestire un numero così elevato di stampanti. Presto il laboratorio 3D si trasformerà di nuovo: È previsto l’aggiornamento di un nuovo sistema di scaffali che faciliterà l’accesso alle stampanti durante il funzionamento quotidiano e per le riparazioni. Un laboratorio davvero interessante!
Lo stesso William è un grande sostenitore della stampa 3D e la utilizza spesso per i suoi progetti di architettura:
“Si tratta di un mezzo straordinario per esprimere se stessi. È completamente diverso da un modello di cartone. Con una stampante 3D, si lascia che sia la macchina a fare il lavoro e ci si può concentrare sul concetto. Non potrei immaginare la mia vita senza la stampa 3D”, afferma William Schaeppi.
Cinque anni di esperienza
Da oltre cinque anni Jonathan Benhamu è impegnato nella ricerca sull’integrazione delle tecnologie di stampa 3D nella progettazione architettonica. L’idea di utilizzare una stampante 3D per il suo studio di architettura è venuta alla moglie:
“Avevo pochi soldi e molte cose da fare. E una stampante 3D semplicemente lavora e non chiede il caffè!”, scherza Jonathan. E aggiunge: “Con una stampante 3D ho visto subito il potenziale di questa tecnologia e ne vedo l’utilizzo in ogni aspetto dell’architettura”.
Grazie al sostegno di Fabio Gramazio (professore di architettura e fabbricazione digitale) e Andrea Deplazes (professore di architettura e costruzione), Jonathan ha potuto iniziare la sua attività di insegnamento al Politecnico di Zurigo. Per questo ha creato la sua piattaforma di formazione online per architetti, “3D Jony”, che evidenzia quanto sia facile iniziare a lavorare con la stampa 3D e come gli architetti possano trarne vantaggio nel loro flusso di lavoro quotidiano.
Perché le stampanti Original Prusa
Esistono molti motivi per acquistare una stampante 3D e un gran numero di alternative tra cui scegliere, ma alla fine la conclusione è una sola – Original Prusa!
“Abbiamo scelto le stampanti 3D Original Prusa perché sono le più facili da gestire”, afferma William Schaeppi. “È possibile ristampare una parte, smontare la stampante e rimontarla molto rapidamente. E inoltre è disponibile un’ottima documentazione online”.
“Ciò che mi piace di più delle stampanti 3D Original Prusa è la community. Lo spirito è assolutamente fantastico. Incoraggio i miei studenti a pensare che, se hanno un problema, possono semplicemente scriverlo su Google e aggiungere la parola ‘Prusa’ alla fine. E probabilmente riceveranno una risposta eccellente da qualcuno che si trova da qualsche parte del mondo”, racconta Jonathan Benhamu e sorride.
I suoi studenti sono d’accordo con lui.
“Le stampanti 3D Original Prusa sono davvero facili da usare e, grazie ai corsi, alla community e a PrusaSlicer, è davvero semplice iniziare a stampare in 3D”, afferma Jonas Jost.
“Abbiamo ricevuto una formazione minima, ma con pochi tutorial è veramente facile capire la stampa 3D e mettersi subito a regime. È bello avere una soluzione così semplice e facile da usare”, afferma Paul Jaeggi.
La stampa 3D è essenziale
“Gli studenti la adorano”, afferma Jonathan Benhamu. “Non riesco a immaginare un mondo senza stampa 3D. Non funzionerebbe! Il valore del lavoro umano è in costante aumento e tutto ciò che può ridurre o eliminare i compiti e affidarli a una macchina sarà essenziale in futuro”, afferma Jonathan, lasciandoci con un appello per l’uso della stampa 3D nella progettazione architettonica.
“Spetta a ogni professionista trovare un modo per implementarla come tale e promuovere il valore dell’intelligenza umana!”.
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